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L’elemento principale che contraddistingue cos’è un token crypto da una cryptovaluta è che i primi non possiedono un propria blockchain mentre le cryptovalute ne hanno una propria.
Cos’è un token crypto?
I token crypto sono asset di valore economico variabile relativi a progetti o beni, al pari di un equity societaria oppure possono dare un diritto di utilizzo di un servizio. Possono essere utilizzati per finanziare un progetto al posto di un offerta pubblica, oppure possono essere utilizzati come valore aggiunto ad un proprio progetto traendo vantaggio dalla token economy.
Cronologicamente i token crypto sono nati solo dopo l’avvento della blockchain di Ethereum che ha introdotto gli smart contract. Grazie ad essi è diventato possibile tokenizzare qualsiasi cosa ovvero dare una sorta di controvalore digitale.
I token crypto non dispongono di un proprio registro pubblico per le transazioni come per le cryptovalute ma si basano sui registri di altre coin come Ethereum.
Generalmente i token creati nell’ecosistema Ethereum sono noti ad esempio come token ERC–20 o ERC-721/ERC-1155 secondo il tipo di token crypto creato. E successivamente in quest’articolo approfondiremo questo concetto.
I token crypto possono essere catalogati secondo lo scopo e le caratteristiche come può essere riassunto dallo schema seguente proposto dall’Università di Zurigo.

Come si può notare, anche nella stessa categoria di token ci possono essere differenze sostanziali dettate da scopi, utilità e ruoli che i vari attori che possiedono il token possono avere.
Cosa sono le cryptovalute?
Le cryptovalute, chiamate anche “coin”, sono monete elettroniche basata sulla tecnologia blockchain o su altro registro distribuito come le DLT (Distribuited Ledger Technology).
Le cryptovalute vengono generate dai creatori della blockchain e non da un ente centrale e regolatore come le banche. Si scambiano solamente via blockchain, non esiste un controvalore fisico né possono essere scambiate fisicamente a mano come le monete cartacee.
Ogni cryptovaluta viene poi scambiata in modalità P2P (peer to peer) utilizzando un indirizzo wallet mittente e un indirizzo wallet destinatario. In modo analogo possono essere scambiate tramite l’uso di exchange, che hanno il compito di mettere in comunicazione i diversi investitori per facilitare gli scambi di cryptovalute e determinare i prezzi di mercato proprio come in Borsa.
Tra le più famose cryptovalute ci sono Bitcoin, Ethereum, Cardano, EOS, Stellar, Algorand, Solana e tante altre. Ognuna di queste ha introdotto un nuovo tipo di blockchain che risolve in modo diverso il problema del consenso e dei generali bizantini.
Ogni blockchain ha determinate caratteristiche che l’adattano meglio ad un contesto piuttosto che ad un altro.
Le stesse cryptovalute possono essere suddivise in coin e stable coin, dove le prime sono monete digitali relative a progetti con la propria blockchain e tra tutte la più famosa è Bitcoin con un controvalore in moneta FIAT variabile secondo il mercato e con un alta volatilità. Nel momento in cui scriviamo Bitcoin vale 56mila dollari.
Mentre le stable coin sono monete con bassa volatilità che vengono assimilate ad una moneta reale e con un controvalore molto vicino a quella della moneta FIAT che rappresenterebbe.
Alcuni esempi sono Tether (USDT), Binance coin (BUSD), USD coin (USDC) e tutte queste hanno un valore molto vicino a quello reale del Dollaro statunitense. Queste monete offrono la stesse versatilità e programmabilità delle criptovalute, ma con la stabilità delle monete tradizionali.
Quali sono le differenze tra token crypto e cryptovalute?
Come abbiamo detto, la differenza principale tra un token crypto e una cryptovaluta è avere o meno una propria blockchain.
Un’altra differenza è la possibilità per alcune criptovalute di poter essere minate ovvero ricavate attraverso l’elaborazione di dati. Mentre i token crypto non possono essere minati e si basano sulla blockchain di una cryptovaluta che permette smart contract.
I token crypto a differenza delle cryptovalute possono dare il diritto di utilizzo di un servizio o la proprietà di un bene fisico o finanziario.
Quanti tipi di token crypto esistono?
Esistono essenzialmente due tipi di token, quelli fungibili e quelli non fungibili (NFT – non-fungible tokens).
Queste due tipologie possono poi essere distinte in diverse categorie di token secondo lo scopo, il ruolo, l’utilità e le caratteristiche dei token come abbiamo visto poc’anzi.
I token fungibili sono token interscambiabili e che possono essere sostituiti con altri della stessa tipologia poiché hanno caratteristiche similari. A questa categoria appartengono le cryptovalute o i token equivalenti ad un equity aziendale. Generalmente i token fungibili vengono creati con lo standard ERC-20 di Ethereum.
Inoltre i token crypto fungibili possono essere ulteriormente suddivisi in 2 macro categorie:
- Security Tokens: che vengono utilizzati come mezzo di investimento per ottenere vantaggi economici.
- Utility Tokens: che conferiscono diritti d’uso di determinati prodotti o servizi e non generano benefici economici.
Una sottocategoria dei security token può essere indicata con il nome di Equity Token: che rappresentano il possesso di una società, al pari delle azioni societarie e possono essere chiamate anche Token di Governance.
I token non fungibili invece sono token relativi a beni fisici o virtuali che non possono essere spezzettati e interscambiabili con un altro token uguale essendo lui stesso unico. E generalmente vengono creati con lo standard ERC-721 di Ethereum o la sua versione migliorata ERC-1155.
Gli NFT vengono comunemente utilizzati per la gestione dell’identità digitale, nell’identificazione del digital twin e nel tracciamento della supply chain, il voto elettronico, oggetti da collezione.
Se valutiamo i token secondo il tipo di scopo ed utilizzo possiamo intravedere una serie di tipologie di token che possono essere fungibili o non fungibili ma che definiscono meglio le logiche dello smart contract che li regola.

Come si creano i token crypto?
I token crypto vengono sempre sviluppati a partire da uno smart contract che viene pubblicato nella chain scelta che può essere EVM compatibile ovvero compatibile con l’ecosistema Ethereum oppure no, come ad esempio Algorand al momento attuale.
Una volta sviluppato lo smart contract dovrà essere pubblicato nella blockchain scelta e successivamente si potrà fare il mint del token fungibile oppure dell’NFT. Il mint viene generalmente effettuato tramite un pannello di controllo di gestione dello smart contract.
Nel tempo diverse blockchain non EVM compatibili hanno lavorato per creare metodi per far si che gli smart contract possano funzionare cross-chain e quindi si sono dotati della compatibilità con l’Ethereum Virtual Machine.